Archivio mensile:agosto 2011

CONCORSO DIRIGENTI SCOLASTICI: PUBBLICATA LA BATTERIA DI TEST. INTANTO SU PIÙ DI 42MILA DOMANDE, IL 10% DEI SOLITI FURBETTI


Sarà pubblicata il 1° settembre, sul sito del MIUR, la batteria di oltre 5000 test per allenarsi alla prova preselettiva del il concorso per Dirigente Scolastico, bandito lo scorso luglio (per i dettagli clicca QUI).
Le domande sono state oltre 42mila ma il 10% è costituito dai soliti furbetti, ovvero quei docenti che, pur privi di requisiti, hanno inoltrato la domanda sperando in un’ammissione con riserva.

Come spiega Tuttoscuola.com, per la mancanza di titoli si viene esclusi, si ricorre al Tar (l’Anief è pronta a sostenere il ricorso dei docenti precari che il servizio ce l’hanno, ma non di ruolo), si ottiene quasi sempre, con un buon legale (e con costi non simbolici), il “fumus” del danno per l’esclusione e si viene ammessi con riserva, mediante sospensiva del decreto di esclusione.

A questo punto metà del gioco è fatto perché la sentenza definitiva del Tar arriverà tra diversi mesi e, anche se quasi certamente negativa, non fermerà la macchina a concorsuale.

Se il candidato ammesso con riserva con sospesiva del Tar supera le prove e si colloca in graduatoria finale utile ha buone probabilità di farcela, anche se la sentenza definitiva del Tar dovesse comportare il giusto depennamento dalla graduatoria di merito dei vincitori.

I candidati esclusi legittimamente e tardivamente dalla graduatoria si rivolgeranno ai parlamentari amici e, come è sempre avvenuto, otterranno ancora una volta un provvedimento straordinario di sanatoria e avranno il ruolo sospirato.

Sinceramente a me quel come è sempre avvenuto disturba non poco. C’è una minima possibilità di cambiare le cose?

[immagine da questo sito]

AGGIORNAMENTO DEL POST, 1 SETTEMBRE 2011 (con parziale modifica del titolo)

La batteria è stata pubblicata a questo LINK.
La batteria di quiz è ripartita in otto aree (quella di lingua straniera è ripartita a sua volta in quattro sotto aree per francese, tedesco, spagnolo e inglese), individuate da un indice di sintesi che, insieme alle tematiche di riferimento, riporta la quantità dei test (mediamente 750 per ogni area).

AVVISO IMPORTANTE: La batteria dei test contiene degli errori. Per informazioni CLICCA QUI.

MANOVRA BIS: DA “IO SUD” PARTE LA PROPOSTA DI POSTICIPARE AD OTTOBRE L’INIZIO DELLA SCUOLA


Adriana Poli Bortone di “Io Sud” propone di far slittare ad ottobre l’inizio delle lezioni, specie nelle regioni turistiche del meridione. Proposta, questa, non nuova: la stessa Gelmini aveva ipotizzato, la scorsa primavera, di posticipare l’inizio delle lezioni (su tutto il territorio nazionale) per favorire il turismo (ne ho scritto QUI). Poi, però, non se n’è fatto nulla, forse perché quando propone qualcosa il ministro dell’Istruzione si parte dal presupposto che dica una stupidaggine. E invece tornare inidetro di trenta-quaranta anni, quando noi “remigini” rimettevamo piede nelle aule scolastiche il 1° ottobre, non sarebbe proprio una cattiva idea. Certo, bisognerebbe organizzare diversamente le vacanze, durante tutto il corso dell’anno scolastico, e posticipare gli Esami del I e II ciclo a luglio.

La presidente di “Io Sud” presenterà la proposta al Senato, motivandola con queste argomentazioni:

L’intervento è necessario, in questo momento di crisi, per venire incontro alle esigenze degli operatori del turismo, per favorire una destagionalizzazione dei flussi e potrebbe essere un incentivo all’economia dell’intero Paese. Si tratta di una proposta antica ma che oggi diventa sempre più attuale e fattibile anche perché con la soppressione delle festività, prevista dalla manovra, si recupereranno dei giorni di scuola e si potrà pertanto rimanere nei parametri minimi imposti (200 giorni di lezione, NdR) dall’Unione europea.
Nessuno deve su questo avere dei tabù. Io ricordo che 40 anni fa la scuola riprendeva a ottobre. Su questo si potrebbero trovare delle ampie convergenze in Parlamento, è una misura utile, che potrebbe essere attuata in tempi rapidi così da poter entrare subito in vigore.

Leggendo i commenti sul web, mi sono resa conto che qualcuno paventa di terminare gli Esami di Stato a Ferragosto. Si tratta di un timore infondato, visto che se iniziassero il 1° luglio, non si potrarrebbero in nessuna scuola, nemmeno la più grande, per più di un mese, addirittura un mese e mezzo. Ora, infatti, iniziando dopo il 20 giugno, le operazioni sono completate entro la metà di luglio, tranne nel caso in cui ci sia la necessità procedere a sessioni straordinarie per permettere agli studenti ammalati durante il periodo “ufficile” di sostenere le prove supplettive.

La proposta, quindi, mi trova d’accordo. Ciò che mi lascia perplessa è la prospettiva di dividere in due l’Italia e fare iniziare le lezioni prima al Nord e dopo al Sud. Credo che la proposta dovrebbe, se è il caso, essere estesa a tutta la penisola, senza creare discriminazioni di sorta. Anche nella mia regione, il Friuli – Venezia Giulia ci sono molte località turistiche, sia marine sia montane, e, avendone la possibilità, si potrebbe programmare un soggiorno settembrino, più a buon mercato. Sempre sperando nella clemenza del meteo, naturalmente.

CARO BRUNETTA, IL WI-FI A SCUOLA? NO GRAZIE. COSTOSO, INUTILE E ANCHE DANNOSO PER LA SALUTE


Sono 48 le scuole della provincia di Udine che hanno aderito all’iniziativa del ministro Renato Brunetta di inviare negli istituti scolastici dei kit per la connessione Internet, del tutto gratuita, per mezzo della rete Wireless. Ma i genitori non ci stanno: temono per la salute dei loro figli.

Secondo Mario Canciani, pediatra esperto di onde elettromagnetiche, hanno ragione. I sistemi Wi-fi – osserva Canciani – da poco tempo sono sul mercato. E per questo motivo i giudizi scientifici non sono ancora univoci. È comunque emblematica la decisione assunta dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, che dopo aver fatto installare sistemi per la connessione a internet senza fili in tutte le scuole della regione li ha fatti rimuovere con costi altissimi.

Le ricerche scientifiche in questo campo sono, quindi, inaffidabili, nel senso che ci potrebbero essere dei riSchi finora non evidenziati e, come sottolinea il dottor Canciani, nei bambini la radiazione da onde elettromagnetiche provoca danni maggiori rispetto all’adulto.

Le scuole che riceveranno i kit Wi-Fi sono 73 in Abruzzo, 56 in Basilicata, 181 in Calabria, 311 in Campania, 165 in Emilia Romagna, 48 in Friuli Venezia Giulia, 241 nel Lazio, 65 in Liguria, 380 in Lombardia, 89 nelle Marche, 28 nel Molise, 191 in Piemonte, 263 in Puglia, 64 in Sardegna, 209 in Sicilia, 146 in Toscana, 94 in Umbria e 204 nel Veneto.

Il progetto promosso da Brunetta e dal ministro del MIUR, Mariastella Gelmini, ha comportato un investimento pubblico di 5 milioni di euro per la prima fase e prevede la partecipazione nella spesa anche da parte di Regioni, fondazioni e altri enti per consentire una copertura totale.

In tempi di crisi come questo, mi sembra che questi soldi pubblici ce li saremmo potuti risparmiare. Un progetto inutile e controproducente, come ho spiegato in quest’altro post. Se a ciò si aggiunge anche il rischio per la salute, allora mi sembra proprio demenziale.

[Fonte: Messaggero Veneto; ARTICOLO AGGIORNATO IL 22 AGOSTO 2011]

AGGIORNAMENTO 22 AGOSTO 2011

Leggo solo ora che il Consiglio d’Europa, nel maggio scorso, ha invitato gli Stati della U.E. a togliere dalle scuole il Wi-Fi e ha sconsigliato l’uso dei cellulari. Questo perché ci sono valide ragioni per credere che le onde elettromagnetiche possano arrecare gravi danni specialmente ai bambini. (QUI si può leggere il report del Consiglio d’Europa)

Quindi, non solo siamo l’ultima ruota del carro in Europa, siamo anche i più fessi: spendere 5 milioni di soldi pubblici quando gli altri Stati della U.E. stanno eliminando le reti wireless dalle scuole, non è un’operazione così intelligente.

LA MANOVRA BIS E LA SCUOLA: LA “FINESTRA” DI SACCONI E LA SAGGEZZA POPOLARE


Come ormai è noto (l’ho anticipato QUI), la manovra finanziaria bis, varata dal governo con il Decreto Legge 13 agosto 2011, n. 138, già in vigore da sabato scorso, contiene delle novità per quanto riguarda i pensionamenti del personale che lavora nella scuola.

Il cambiamento epocale – almeno nell’ambito della quiescenza del personale scolastico – riguarda la “finestra d’uscita” che su proposta del ministro Sacconi è stata cambiata: fino ad ora la “finestra” di uscita dal servizio era prevista al 1° settembre dell’anno in cui si maturava il diritto alla pensione, per motivi molto ovvi: l’anno scolastico inizia, infatti, il 1° settembre. Ora la “finestra” viene spostata in avanti di un anno. L’effetto è, quindi, quello di far permanere in servizio il personale per un altro anno.

Il D.L. n° 138 recita: Per il personale del comparto scuola resta fermo, ai fini dell’accesso al trattamento pensionistico, che la cessazione dal servizio ha effetto dalla data di inizio dell’anno scolastico e accademico dell’anno successivo, con decorrenza dalla stessa data del relativo trattamento economico nel caso di prevista maturazione del requisito entro il 31 dicembre dell’anno.

Ne consegue che si salvano dalla “finestra” solo coloro che maturano il requisito al pensionamento (si presume per limite di età o di servizio) entro il 31 dicembre 2011.

Ma le sorprese non sono tutte qui. La manovra bis di ferragosto, infatti, prevede anche il rinvio dell’incasso della liquidazione finale in forma differenziata in base al modo con cui si viene collocati a riposo. Ciò vale per tutti i dipendenti pubblici, non solo per il personale scolastico.
In altre parole, se il pensionamento avviene per raggiunti limiti di età (65 anni) o di servizio (40 anni), il rinvio è di sei mesi; se invece il pensionamento avviene a domanda per anzianità (almeno 60 anni di età con un minimo di 35 anni di servizio in modo da raggiungere quota 96) il rinvio sarà di due anni.

Come dire: o mangi ‘sta minestra o salti dalla finestra. Mai saggezza popolare fu presa più alla lettera.

[fonte Tuttoscuola: articolo 1 e articolo 2; nell’immagine: “Finestra aperta a Collioure” di Henry Matisse, tratta da questo sito]

1000 GRAZIE


Oggi questo blog, che considero un neonato bisognoso di cure quotidiane :), ha totalizzato (e in pochi minuti superato) le 1000 visualizzazioni.

Certo, con il blog primario sono abituata a numeri diversi, ma anche questa è per me una piccola-grande soddisfazione.

1000 GRAZIE A TUTTI!

[immagine da questo sito]

LA MANOVRA DI FERRAGOSTO E LA SCUOLA: I PENSIONAMENTI SLITTANO DI UN ANNO


Riporto un articolo uscito su Tuttoscuola.com che chiarisce in che cosa consiste l’operazione “finestra” di cui aveva parlato il ministro Sacconi dopo le decisioni del Consiglio dei Ministri.

La manovra bis di ferragosto, contenuta nel decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 e, dopo la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale, già entrata in vigore da sabato 13, precisa meglio l’operazione “finestra” di cui aveva parlato il ministro Sacconi dopo le decisioni del Consiglio dei Ministri.

Il personale della scuola che matura il requisito per il pensionamento dopo il 31 dicembre prossimo dovrà attendere un anno di più per il pensionamento.

La “finestra” di uscita dal servizio, da sempre prevista per la scuola al 1° settembre dell’anno in cui si matura il diritto a pensione, viene spostata in avanti di un anno.

Per effetto della modifica apportata dal decreto legge, la vecchia disposizione risulta così integrata: Per il personale del comparto scuola resta fermo, ai fini dell’accesso al trattamento pensionistico, che la cessazione dal servizio ha effetto dalla data di inizio dell’anno scolastico e accademico dell’anno successivo, con decorrenza dalla stessa data del relativo trattamento economico nel caso di prevista maturazione del requisito entro il 31 dicembre dell’anno.

La “finestra” avrà l’effetto di far permanere in servizio il personale per un altro anno.

Si salvano dalla “finestra” coloro che il requisito al pensionamento (si presume per limite di età o di servizio) lo maturano entro il 31 dicembre 2011.

DANTE E PETRARCA: LA PREGHIERA ALLA VERGINE MARIA

In occasione della festa dell’Assunta (ne ho parlato QUI) riporto un bell’articolo di LAURA CIONI, pubblicato su Ilsussidiario.net.

IL “SOCCORSO” DI MARIA A DANTE E PETRARCA

L’ultimo canto della Commedia si apre con la preghiera alla Vergine, il Canzoniere si chiude con la canzone Vergine bella. Sebbene la critica dissuada dal cercare nessi espliciti tra i due testi, è evidente che alcune espressioni si richiamino per analogia e per opposizione.

Vergine madre, figlia del tuo figlio: così, per bocca di san Bernardo, la solenne intonazione teologica della preghiera dantesca.

Vergine bella, che di sol vestita,

coronata di stelle, al sommo Sole

piacesti sì, che ‘n te Sua luce ascose,

amor mi spinge a dir di te parole: è ancora un’apostrofe, di timbro lirico e soggettivo, più articolata del potente ossimoro dantesco.

umile e alta, più che creatura,

termine fisso d’etterno consiglio: Dante in due versi condensa il Magnificat e la profezia dell’incarnazione contenuta nel libro della Genesi.

Vergine santa d’ogni gratia piena,

che per vera et altissima humiltate…

tre dolci et cari nomi ai in te raccolti,

madre, figliuola et sposa.

E, poco sopra:

sola tu fosti electa,

Vergine benedetta,

che ‘l pianto d’Eva in allegrezza torni.

L’espressione di Petrarca, già nella terza e quarta stanza della sua canzone, è eco di una movenza di Donna del Paradiso di Jacopone: Figlio, pate e marito, a testimoniare la persistenza di un’unica dottrina e devozione, pur in contesti poetici e storici diversi.

Prosegue Dante:

tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti sì, che ‘l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore

per lo cui caldo nell’etterna pace

così è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridiana face

di caritate, e giuso, intra i mortali,

se’ di speranza fontana vivace.

E Petrarca:

Vergine pura, d’ogni parte intera,

del tuo parto gentil figliuola et madre,

ch’allumi questa vita, et l’altra adorni,

per te il tuo figlio, et quel del sommo Padre,

o fenestra del ciel lucente altera,

venne a salvarne in su li extremi giorni.

Il mistero dell’Incarnazione è indicato da Dante con il simbolo ardente del fuoco, da Petrarca con quello della luce, entrambi di ascendenza biblica.

La vicenda umana dei due poeti ha conosciuto, come quella di ogni uomo, l’amarezza del fatto che la diritta via era smarrita. Ecco come prega Petrarca:

Con le ginocchia de la mente inchine,

prego che sia mia scorta,

et la mia torta via drizzi a buon fine.

Per lui il buon fine è la pace della stabilità in mezzo ai marosi della vita, l’ancora di una stella nella solitudine:

Vergine chiara et stabile in eterno,

di questo tempestoso mare stella,

d’ogni fedel nocchier fidata guida,

pon’ mente in che terribile procella

i’ mi ritrovo sol, senza governo.

[NELL’IMMAGINE: “Assunzione di Maria”, dipinto su tela di E.Porcini, DA QUESTO SITO]

IL CASO: NEL VICENTINO 100% DI ALUNNI STRANIERI IN UNA CLASSE. MA LA GELMINI DICE NO


A Montecchio Maggiore, centro industriale a una decina di chilometri a ovest di Vicenza, in una delle classi della scuola materna sono iscritti solo alunni stranieri. Oltre il 70% di iscrizioni in una prima delle elementari nella frazione di Alte Ceccato. Tutto questo nonostante il ministro Mariastella Gelmini abbia imposto il tetto massimo del 30% degli iscritti non italiani in una sola classe.

Quando, l’8 gennaio 2010, era uscita la Circolare Ministeriale n° 2/2010, fin da subito si erano levate delle proteste in considerazione del fatto che ci sono, specialmente nel Nord Est, alte percentuali di emigrati. E poi, secondo alcuni, da questo calcolo dovrebbero essere esclusi gli stranieri nati in Italia (seconda generazione). Non solo, alcuni esponenti del mondo giudiziario hanno avanzato dei dubbi sulla costituzionalità del provvedimento, chiamando in causa pure la Convenzione dell’Onu sui diritti dei fanciulli.

La normativa, però, va rispettata, osserva il ministro. Questi bambini devono essere smistati. Dalle pagine del Corriere del Veneto, Mariastella Gelmini ribadisce che in Italia non possono esistere classi con solo studenti stranieri: «Siamo contrari, e faremo di tutto perché ciò non accada». La soluzione potrebbe essere – almeno per il momento – quella di nominare un unico dirigente scolastico cui spetti il compito di smistare gli stranieri tra le diverse scuole della Provincia di Vicenza.

Il sindaco leghista di Montecchio Maggiore, Milena Cecchetto, esprime la sua giusta preoccupazione: «Anche quest’anno non riusciremo a rispettare il limite del 30 per cento di alunni non italiani per classe ma ciò che maggiormente ci preoccupa è che rischiamo di non riuscire a far partire il lento e difficoltoso processo di integrazione delle comunità straniere fondato sulla crescita culturale e sociale delle giovani generazioni attraverso la scuola».

Già, in un luogo in cui la forza lavoro degli immigrati ha un ruolo rilevante nel settore manifatturiero, dove le famiglie straniere si sono consolidate e i figli di seconda generazione, gran parte nati in Italia da genitori indiani o africani, sono iscritti nelle scuole di tutta la Provincia vicentina, il problema effettivamente pare urgente e non credo si possa risolvere smistando i bambini di Montecchio in tutte le scuole della provincia. In questo modo si creerebbe un enorme disagio per le famiglie stesse.

In una lettera inviata all’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan e alla dirigenza degli Uffici Scolastici, il sindaco Cecchetto scrive di aver destinato «cospicue risorse economiche per finanziare percorsi di alfabetizzazione e integrazione dei bambini stranieri, con contributi nell’ordine di 40mila euro l’anno» e aggiunge che «è necessario fare di più per garantire la piena efficacia dell’azione pedagogica ed educativa della scuola» con l’obiettivo di «offrire ai bambini di Montecchio Maggiore una scuola di qualità, secondo una tradizione veneta che si vuole mantenere viva».

Ecco, il punto della questione è proprio questo: integrazione per qualcuno è sinonimo di assimilazione e appropriazione della cultura ospitante. Proprio lo scorso anno lo stesso primo cittadino di Montecchio aveva annunciato che i bambini sarebbero stati lasciati a “pane e acqua” se i genitori non avessero pagato (come tutte le altre famiglie) il servizio mensa. Quest’anno immagino che avrà in mente di imporre ai bambini stranieri polenta e osei al posto del couscous … sempre che paghino, ovviamente.

[fonte: Il giornale]

NOTA DEL MIUR SULL’ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO DEL PERSONALE SCOLASTICO

In una nota di oggi, a firma del Direttore Generale Luciano Chiappetta, il MIUR ha divulgato le informazioni relative all’assunzione a tempo indeterminato (nomine in ruolo) del personale scolastico per gli A.S. 2011/12 e 2012/13.

Con il provvedimento ministeriale, che sarà inviato alla Corte dei Conti per la registrazione e pubblicato sul sito Internet e sulla rete Intranet, saranno assunti 30.300 docenti (compreso il personale educativo), di cui 10.000 a completamento della richiesta di assunzioni effettuata per l’anno scolastico 2010/2011, con retrodatazione giuridica al medesimo anno ed utilizzando per le assunzioni, per la quota parte del 50%, le graduatorie ad esaurimento vigenti nell’anno scolastico 2010/2011. Per il personale A.T.A. saranno messi a disposizione 36.000 posti, da autorizzare con le procedure previste dall’art. 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, ai fini della stipula dei contratti a tempo indeterminato per l’ anno scolastico 2011/2012.

Per ulteriori informazioni si legga la Nota pubblicata sul sito del MIUR.

A PROPOSITO DI MERITOCRAZIA E CHEATING

Leggo sul blog di Giorgio Israel, che seguo abitualmente e che ammiro per l’intelligenza e per l’onestà con cui tratta gli argomenti che gli stanno a cuore, un articolo interessantissimo che tratta, ancora una volta, di meritocrazia. Tema molto caro a Israel, su cui il professore ha le idee chiare e, almeno per me, condivisibili:

[…] in questi tempi in Italia non si fa che parlare di “merito” e “meritocrazia”, il che – se le parole hanno ancora un senso – significa premiare i meritevoli, i più bravi e volenterosi, e farla finita con la prassi per cui tutti vanno avanti indipendentemente dalle loro capacità e prestazioni. Si mettono in piedi progetti per individuare e premiare i “migliori” insegnanti e le scuole “migliori”. Poi però si viene a sapere che la prassi di copiare durante gli esami non soltanto dilaga ma viene favorita o addirittura promossa da certi insegnanti.

Fin qui credo non ci sia nulla da eccepire. Eppure recentemente dal rapporto InValsi, relativo alle prove somministrate, lo scorso maggio, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, è emerso che il cheating (la copiatura, il barare) non è un fenomeno diffuso, almeno in presenza degli osservatori. Eh già, ma quando il gatto non c’è
Non serve essere degli esperti per capire che se nelle scuole italiane, soprattutto in certe regioni, gli studenti brillano all’Esame di Stato, nonostante i rilevamenti dell’InValsi non siano loro favorevoli, il sospetto che i topi ballino non è solo una fantasia degli insegnanti del Nord che ritengono ingiusti i risultati ottenuti dalle loro scuole che, in teoria, sarebbero le migliori sul territorio nazionale.

Certo, sono tutte illazioni. Il professore Israel, però, ritiene di avere delle fonti attendibili e svela una realtà che ai docenti più onesti e deontologicamente corretti è molto difficile anche solo immaginare:

Mi raccontano – e la fonte è attendibile – che in un liceo importante l’insegnante (per giunta vicepreside) che sorvegliava la prova di matematica di maturità ha dato il posto in cattedra allo studente notoriamente migliore e poi, quando questi ha risolto il problema ha passato la soluzione a tutti. Nelle prove di latino, l’insegnante ha “scaricato” la traduzione da internet e l’ha trasmessa ai candidati. È da immaginare quali risultati avrebbe dato il progetto sperimentale del ministero (premiare i migliori insegnanti scelti dal preside e da due colleghi eletti)…

E si ritorna, quindi, al nodo della questione: quali strumenti sicuramente attendibili utilizzare ai fini meritocratici? Parla facile Abravanel (vedi articolo linkato) quando osserva: La grande occasione persa nel non aver esteso i test Invalsi alla maturità non è solo quella di una grande occasione perduta per rilanciare la meritocrazia nella selezione per l’accesso alla università. Quei test potrebbero essere utili anche per valutare il sistema educativo italiano dove è più debole e ineguale: l’istruzione superiore e l’università.
Possiamo immaginare quanto sarebbero stati attendibili i risultati … sempre in assenza dei gatti.

Come ho già avuto modo di dire (LINK) i test InValsi non sono uno strumento attendibile, tantomeno la famigerata commissione interna d’istituto che darebbe troppo potere ai dirigenti e creerebbe inevitabili tensioni fra i docenti. Ma, questione meritocrazia a parte, cosa si può (e si deve) fare per evitare che il cheating continui ad essere praticato? Quali sanzioni dovrebbero essere inflitte a quei docenti che aiutano i loro studenti per farli brillare? E cosa fare affinché comportamenti scorretti siano scoperti? Dobbiamo forse aspettare che qualcuno faccia la spia? E in questo caso, chi? Altri docenti, seri ed onesti, o gli studenti stessi, magari quelli che non hanno potuto fare affidamento sulla bontà dei loro insegnanti?

Rileggendo l’articolo di Israel, mi colpisce soprattutto una parte: Nelle prove di latino, l’insegnante ha “scaricato” la traduzione da internet e l’ha trasmessa ai candidati. Voglio dire, almeno avesse fatto lei o lui la traduzione personalmente! Dovrebbero sapere i docenti che insegnano Latino (e anche quelli di Greco) che le traduzioni dei brani che si trovano sul web spesso sono inaffidabili, eccessivamente “libere” e non sempre corrette. Senza contare che affidarsi ad Internet per ottenere una traduzione è un pessimo esempio. Anche il professor Israel si pone lo stesso problema, citando Paolo Ferratini (uno degli esperti che si è occupato del Regolamento relativo al riordino dei Licei):

Ha ragione Paolo Ferratini quando osserva che ormai gli studenti traducono dal latino benissimo a casa e malissimo a scuola. Egli suggerisce allora all’insegnante di smettere di dare versioni a casa, di prendere atto della situazione e iniziare a costruire percorsi di apprendimento dai migliori siti della rete, imparando e insegnando a distinguerli dalla spazzatura

.

La proposta non è del tutto strampalata. Ma accanto all’attività di comparazione tra testi tradotti per distinguere il meglio del web, io da anni adotto un’altra strategia: lavorare in classe con gli allievi, anche attraverso i laboratori di traduzione, dividendo la classe in gruppi eterogenei e affidando la gestione di ciascun gruppo agli studenti migliori. Con la speranza che non usino il cellulare per connettersi … ora che il ministro Brunetta ha pensato di distribuire alle scuole il kit wi-fi gratuito, non ci sarà nulla di più facile.

[immagine da questo sito]