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QUANDO GRAZIE A UN TEMA IN CLASSE SI SCOPRE UN MOSTRO

School supplies with apple on wooden table

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Ho già trattato l’argomento temi in classe-privacy in questo post (pubblicato anche sul blog “Scuola di Vita” del Corriere.it). Il contenuto dei temi che i bambini e i ragazzi scrivono a scuola è tutelato dalla legge sulla privacy, ma a patto che non si divulghi pubblicamente il contenuto. Diverso è il caso in cui ciò che l’alunno/a scrive in un compito a scuola, trattando un fatto strettamente personale, venga segnalato a chi di dovere (in questo caso alla Polizia) se l’interessato si trova in una situazione di pericolo o sia coinvolto, in modo involontario, in un atto criminale.

Questa è la storia di una 14enne di Varese che, fin dalla più tenera età, ha subito le molestie sessuali, fino alla violenza, da parte del compagno della madre.

Da insegnante lodo il modo in cui è stato trattato dalla scuola questo caso terribile.
Da una parte le compagne hanno raccolto la testimonianza della ragazzina che, seppur senza entrare nei particolari, aveva preannunciato l’intenzione di suicidarsi. Dall’altra, le insegnanti, informate dalle alunne di una classe di terza media, hanno pensato di proporre un tema in cui gli allievi si sentissero liberi di parlare della propria famiglia.

La “trappola” ha avuto l’esito sperato: la 14enne si è lasciata andare a una dettagliata confessione che ha permesso ai docenti di segnalare il fatto alle Forze dell’Ordine. Ciò dimostra non solo la disperazione della ragazzina ma anche la fiducia che ha riposto nell’insegnante di Italiano.

La cosa che più mi sconvolge è leggere la reazione della madre: interpellata dagli inquirenti, anziché prendere le difese della figlia si è arrabbiata con lei, accusandola di averla tradita e di mentire per ripicca.
Immediata la reazione della magistratura: la ragazzina è stata tolta alla potestà dei due adulti e ospitata in una comunità insieme con il fratello, anche lui vittima di maltrattamenti da parte del patrigno.

Questa vicenda, pur nella sua drammaticità, ci conferma che la #buonascuola esiste ed è quella che si prende cura, innanzitutto, dei bambini e dei ragazzi come persone, grazie alla sensibilità di validi docenti, a volte costretti a “riparare i danni” che la famiglia, come ambiente deputato all’educazione dei minori, produce.

[immagine da questo sito]

PIACENZA: SESSO IN CAMBIO DELLA SUFFICIENZA. DOCENTE ARRESTATO

Adescava le sue allieve minorenni attraverso Facebook e chiedeva loro incontri sessuali in cambio della sufficienza o voti migliori. In almeno un caso gli è andata male ma nell’altro, in cui è implicata un’allieva minorenne, ha ottenuto anche un rapporto sessuale completo. Non solo: cambiava spesso l’account utilizzato per chattare, facendolo modificare anche all’alunna minorenne, per non essere scoperto. Ma è stato tradito dall’atteggiamento troppo, diciamo così, conciliante nei confronti delle allieve carine rispetto agli altri componenti della classe.

Il fatto è successo a Piacenza ed ha come teatro un istituto tecnico commerciale. Il docente di Informatica, accusato di atti sessuali con minorenne (di meno di 16 anni) con l’aggravante dell’affidamento per motivi di istruzione. Ad aggravare ulteriormente la sua posizione un’altra accusa, di tentata violenza sessuale nei confronti della ragazzina che non ha ceduto alle sue advances e che, rea di essersi confidata con le compagne, è stata minacciata, sempre via Facebook, se non avesse smentito il fatto e dichiarato di avere interpretato male le richieste del professore.

Il docente, però, è stato scoperto, grazie anche alle indagini della Polizia Postale, arrestato e condotto in carcere.

Il fatto in sé è deprecabile e testimonia che a volte l’amicizia tra allievi ed insegnanti sul social network più famoso al mondo è caldamente sconsigliata.

[LINK della fonte]

PALPEGGIARE LE ALLIEVE NON È VIOLENZA, SOLO MOLESTIA

Ha dell’incredibile la sentenza emessa dai giudici della sesta sezione penale di Milano che hanno condannato un docente quarantenne, originario della Sicilia, ad un anno di reclusione, anziché cinque come richiesto dal Pm, per aver palpeggiato ripetutamente delle allieve minorenni, considerando l’atto non violenza bensì solo molestia.

Secondo la testimonianza delle allieve, ragazzine di 15-16 anni che frequentano un istituto tecnico milanese, il loro insegnante di musica le avrebbe ripetutamente palpeggiate e importunate con apprezzamenti “espliciti e volgari” sul loro fisico. Come se non bastasse, sempre secondo l’accusa, per mettere alla prova il loro ritmo musicale, l’uomo le avrebbe costrette a danzare in classe, sempre facendo apprezzamenti poco opportuni.

Sconcertanti le motivazioni della sentenza: “i toccamenti” del professore “appaiono scarsamente caratterizzanti in termini di abuso sessuale in sé considerati, cioè se astratti dal rapporto insegnante-alunno all’interno delle ore di lezione”. Giuro che io non ne capisco il senso.

Quindi, come ho già avuto modo di scrivere QUI , una palpatina non è reato o quantomeno se lo è, non è violenza sessuale, nemmeno se l’atto disgustoso è rivolto a delle minorenni.

Secondo me l’aggravante sta proprio nel fatto che questo “collega” ha importunato le sue allieve all’interno dell’edificio scolastico, mettendole pure in ridicolo di fronte ai compagni. Se non è violenza questa …

[fonte: Il Giornale]