FRIULI: DIRIGENTE SCOLASTICO VIETA AMICIZIE TRA PROF E STUDENTI SU FACEBOOK

Ad una prima lettura si potrebbe anche sorridere. La notizia interessa il Dirigente Scolastico dell’ISIS “Malignani” di Cervigano del Friuli. In una circolare diffusa in tutte le sedi della Bassa Friulana che dipendono dall’ISIS, Aldo Durì tuona contro le amicizie che allievi e prof stingono su Facebook e che non sono sfuggite al suo occhio indagatore, intento a preservare il buon nome dell’istituto che dirige.

Nell’era dei Social Network, considerando anche l’aumento continuo di iscritti al più popolare di essi, Facebook appunto, si dovrebbe essere in grado di distinguere fra amicizie reali e quelle virtuali. In significato stesso della parola “amicizia” viene ormai tradito a favore di una conoscenza virtuale che, specialmente se interessa centinaia di persone, non rende merito al significato della parola che ha la stessa radice di “amare“. Difficilmente si amano, credo, tante persone e tutte allo stesso modo. Soprattutto, lo scopo dei Social Network è quello di condividere tra persone che si conoscono davvero e altre incontrate via Internet le stesse passioni, interessi, curiosità. Poi, si sa, i giovani ne fanno un uso smodato anche quando potrebbero benissimo uscire ed incontrarsi, con le stesse persone con cui chattano, al bar sotto casa. Ma questo è un altro discorso.

Insomma, il rigore del preside Durì pare spropositato. Specialmente il tono da anatema che assume quando dice: «Trovo insopportabile e disdicevole – spiega – vedere mescolate, nei profili di alcuni insegnanti sui social network, le amicizie più diverse. Tra i contatti convivono adulti, parenti, adolescenti e studenti che frequentano le classi di quegli stessi insegnanti. Dal punto di vista deontologico è una cosa oscena. Ci sono distanze che vanno rispettate così come la diversità dei ruoli che è necessario mantenere in classe e fuori dalla scuola».

Ora, se consideriamo il vero senso dell’amicizia, potrebbe aver ragione. Ma sappiamo che quella virtuale è un’altra cosa. Non credo che scambiarsi innocenti messaggi (certo, senza rivelare, da parte dei docenti, i testi delle verifiche o anticipare le interrogazioni, cosa non solo scorretta ma anche discriminante) o condividere dei files possa essere cosa “oscena e disdicevole” o possa in qualche modo confondere i ruoli.
Se è vero che «il professore non è l’amico e non deve essere un confidente ma è soprattutto un docente», secondo me non è su FB che si mette a rischio quella figura quasi “genitoriale” (così afferma Durì) o comunque professionale che ogni docente è tenuto a rispettare.

Tuttavia, seguitando nella lettura dell’articolo pubblicato sul Messaggero Veneto, vien da pensare che abbia le sue buone ragioni. Il preside, infatti, rivela di aver scoperto che proprio su FB alcuni docenti avrebbero imprudentemente criticato l’operato di colleghi e della dirigenza. Nel qual caso, com’è ovvio, tali critiche sarebbero state condivise con gli allievi “amici”.

Osserva Durì: «Si sono verificati episodi a dir poco spiacevoli. Una persona non può scendere dalla cattedra e dare giudizi inopportuni pubblicamente sul preside e sui colleghi. Da un punto di vista deontologico è inaccettabile. Questo mi ha spinto ad intervenire con urgenza. Invito i docenti ad un utilizzo estremamente cauto dell’accesso ai social network diffusi nel web, che sia soprattutto rispettoso delle norme deontologiche professionali e del ruolo di educatore che ogni insegnante riveste. Sconsiglio nel modo più fermo l’apertura del proprio profilo ad amicizie eterogenee, che comprendano contatti privati con alunni, tanto più se minori. Rapporti di amicizia con studenti sono ammissibili solo nell’ambito di gruppi espressamente dedicati all’effettuazione di progetti o ricerche o attività scolastiche».

Be’, se le cose stanno così non gli si può dar torto ed è giusto che il dirigente abbia messo in guardia i suoi insegnanti con tono perentorio: «Nel momento in cui un professore, a causa di una condotta non conforme alle richieste della scuola, metta a rischio il prestigio dell’istituzione e la sua autorevolezza professionale creando rapporti ambigui, confusi e inopportuni dal punto di vista educativo con i ragazzi, ne risponderà personalmente».

A questo punto vien da pensare che certi docenti abbiano stretto “amicizia” con dei loro pari … in quanto a maturità, intendo.

AGGIORNAMENTO DEL POST, 30 MARZO 2012

In seguito alle dichiarazioni del DS Durì sulle amicizie tra allievi e docenti via Facebook, gli studenti del Malignani hanno indetto un’assemblea invitando anche il dirigente.
Da parte loro, i ragazzi ritengono «che ci sia una fondamentale differenza tra il nostro modo di intendere la parola “amicizia” e quello che pensa il preside. Il rapporto che si crea sui social network tra docente e alunno è uno scambio didattico, non un’amicizia. Facebook è un mezzo tramite il quale, al di fuori della scuola, se abbiamo un dubbio possiamo risolverlo assieme al docente

I professori sono divisi: c’è chi appoggia il preside e chi, invece, ritiene che condividere l’amicizia su FB con i propri studenti non implichi essere “amici” e che a volte il social network possa essere un utile strumento per diffondere materiali didattici, continuando comunque a mantenere le distanze. Un docente dell’istituto, che preferisce rimanere anonimo, osserva: «C’è anche chi ha scoperto qualche difficoltà scolastica degli alunni. Non si può giudicare le persone in base ai contatti».

Non cambia idea il preside Durì ma apre uno spiraglio: «Se Facebook diventa una comunità educativa per lo scambio di materiale e lezioni, ben venga. Io critico il suo uso improprio».

Pare, comunque, che il casus belli, ovvero la diffusione tramite FB di critiche, mosse da alcuni docenti, alla dirigenza e ai colleghi non sia stato trattato. Ma in fondo era un’assemblea studentesca mica un collegio dei docenti.

[fonte: Messaggero Veneto]

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Da piccola preferivo parlare ... oggi mi piace scrivere

Pubblicato il 18 marzo 2012, in docenti, studenti, web con tag , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 8 commenti.

  1. Io sono dalla parte del dirigente. Non solo, secondo me non ci sarebbe stato neanche bisogno di dirlo. Sempre più docenti si dimostrano inadeguati, e molto più adatti a fare i compagni di merenda su fb con i loro alunni che non al ruolo di educatori e guide.

    Ipsa dixit.

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    • Credo che, come in tutte le cose, ci voglia il buon senso. Io non trovo disdicevole il fatto che allievi e docenti siano “amici” su FB, anche perché si tratta comunque di un’amicizia virtuale che nulla ha a che vedere con quelle reali. Io non ho un account su FB (e nemmeno l’avrò mai) ma ho un blog. I miei allievi non commentano quasi mai ma quando lo fanno, ne sono contenta. Mi piace l’idea di condividere dei pensieri, delle riflessioni, mi piace che si esprima vicendevolmente il proprio punto di vista. Se qualche volta ho avuto uno scambio di opinioni con qualche allievo, l’ho fatto sul blog esattamente come se l’avessi fatto a scuola. I ruoli sono diversi e loro lo sanno bene. Anche durante una lezione che rischia di diventare “pesante”, una battuta non fa di un prof un amico, nemmeno se fatta nell’aula scolastica.

      Nel caso segnalato nel post la questione è differente: che si utilizzi FB per criticare colleghi e dirigenza sapendo che gli allievi possono leggere ciò che scrive il proprio professore, questo sì che è disdicevole.

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      • Marisa, un blog è un’altra cosa. Essere sul blog è come essere in classe, è un dialogo, non è la messa in bacheca dei fatti propri e la botta e risposta di fb. Il blog è un luogo di sana riflessione, su fb si è scaciati e sbottonati, il clima è più goliardico e confidenziale.

        Poi dai, parlare male dei colleghi ai ragazzi, quale disdicevole mancanza di buon senso! Mettere in bacheca giudizi negativi sugli altri insegnanti significa coprirli di ridicolo, renderli zimbelli all’interno dell’istituto. Io comunque non ho dato l’indirizzo dei miei blog né le mie referenze su fb a nessuno dei miei capi, perché mi voglio esprimere in totale libertà. Poi, certo, sono opinioni, e tutto dipende dal modo in cui si fa.

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      • «Il blog è un luogo di sana riflessione, su fb si è scaciati e sbottonati, il clima è più goliardico e confidenziale.»

        Mi hai finalmente fatto capire perché ho optato per il blog e FB non mi interessa. 🙂

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  2. Per chi fosse interessato, ho aggiornato il post.

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