UN PRESIDE: IL CELLULARE A SCUOLA? NON DEVE NEMMENO ENTRARE

no cellulariDopo il caso del sequestro del telefonino ad un alunno, con conseguente denuncia di furto, da parte della madre del ragazzino, del docente che ha proceduto al sequestro, prende la parola Fabio Gramellini, il dirigente scolastico che si trova a gestire il maggior numero di scuole medie forlivesi.

«Il cellulare è un mezzo utilissimo ed io stesso sono un utente tecnologicamente avanzato perché uso strumenti di ultima generazione, – spiega Gramellini – ma ritengo negativo l’uso del cellulare a scuola da parte dei ragazzi, perché si trovano in un ambiente protetto che può intervenire immediatamente con telefonate in caso di necessità. Il cellulare a scuola è solo mezzo di disturbo e di nessuna utilità».

Il dirigente lamenta il fatto che i genitori muniscano di cellulari i figli troppo presto mentre questo dovrebbe essere utilizzato solo dai 14 anni in su. Continua Gramellini, in un’intervista pubblicata su Il Resto del Carlino: «I genitori non si rendono conto dei rischi che può procurare un telefonino: ad esempio una foto scattata all’insegnante, a sua insaputa, può portare a sanzioni civili e penali che si ripercuotono non sul ragazzo ma sui genitori».

Quale, dunque, la soluzione? Semplice: lasciare il telefonino a casa. «La proposta mia e dei miei insegnanti – dichiara Gramellini – è quella non solo di vietare l’uso del cellulare, ma di non averlo con sé, perché se un ragazzo l’ha in mano, anche senza usarlo, sarà sanzionato. Questa proposta verrà introdotta dal prossimo ottobre».

E cosa potrà succedere qualora i ragazzini si presentino ugualmente a scuola con il cellulare? «Ci saranno delle cassette in cui depositare il cellulare prima di entrare in classe e verrà riconsegnato all’uscita. Ma in classe proprio no», spiega il preside.

La proposta è accettabile, a mio parere. L’unico problema è che, qualora venisse estesa a tutte le scuole, dovremmo dotarle di metal detector o altri dispositivi per assicurarci che effettivamente i ragazzi lascino a casa l’amato smartphone. Una spesa che, di questi tempi, non è di certo facilmente sostenibile.

Si potrebbe sempre seguire l’esempio di New York …

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Pubblicato il 22 Maggio 2014, in bambini, docenti, famiglia, giovani d'oggi, scuola, studenti con tag , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 8 commenti.

  1. Anch’io sono d’accordo con la proposta. Il telefonino serve quando sono fuori, per lenire le ansie dei genitori… dentro la scuola, si spera, i ragazzi sono protetti

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    • Come dice anche Monique, siamo cresciuti senza telefonino e i genitori non si sono mai preoccupati. Ora, proprio perché i figli sono facilmente rintracciabili, mamma e papà sono più ansiosi, tempestano di telefonate i pargoli e guai se non rispondono!

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  2. Voglio questo preside tutta la vita! Intere generazioni di studenti sono cresciute senza portare il cellulare a scuola, anzi senza che neppure esistesse il cellulare e non è mai morto nessuno per questo.

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  3. Nella scuola di mio figlio i ragazzi non sono autorizzati ad uscire da soli per il rientro a casa se non sono muniti di cellulare, quindi decidiamoci….

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    • Cara Tatiana,

      non c’è nulla da decidere. Quel dirigente ha preso una decisione arbitraria che lede la libertà educativa dei genitori nei confronti dei figli. Se io madre non voglio munire di cellulare mio figlio perché lo ritengo troppo piccolo, non c’è nessun preside al mondo che mi può costringere a comprarglielo (a meno che non me lo fornisca lui stesso in comodato d’uso) né può obbligarmi ad andare a prendere mio figlio a scuola se non ne ho la possibilità. Una volta firmata la liberatoria, la scuola è sollevata da ogni responsabilità e i sono i genitori ad assumerla in toto. Personalmente davanti a una richiesta del genere avrei fatto un esposto all’Ufficio Scolastico.

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  4. Al prossimo concorso per preside si dovrebbero sondare i candidati anche su queste questioni pratiche. Solo presidi DECISI possono aiutare i docenti e salvare la Scuola!

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