BOCCIATO ALLA MATURITÀ SI INCATENA PER PROTESTA. E INTANTO PER L’OCSE LE BOCCIATURE SONO INUTILI E COSTOSE

È di due giorni fa la notizia che uno studente cagliaritano, Stefano Farci, anni 18, si è incatenato al cancello del suo liceo per protestare contro la bocciatura all’Esame di Stato. Stando al suo curriculum – mai perso un anno e promosso con una media oscillante fra il 6 e il 7 – la bocciatura, in effetti, desta delle perplessità.

Il punteggio di credito con il quale è stata ammesso all’esame è, tuttavia, di soli 15 punti (su 25 totali), il che fa pensare che non sia stato proprio un mostro di bravura. Però è anche vero che all’esame è stato ammesso e, secondo lui, non giudicato equamente nelle diverse prove: 20 su 45 negli scritti e 15 su 30 all’orale che, sommando il credito, fa in totale 50/100. Considerando il voto minimo di 60, è davvero poco.

Ma Stefano non si è perso d’animo: ha chiesto tutta la documentazione (agli atti e accessibile su richiesta, in virtù della Legge sulla trasparenza) e ha fatto correggere e valutare le prove da altri docenti che non hanno confermato i giudizi della commissione. Sulla vicenda verranno attivate anche ispezioni scolastiche che dovranno verificare l’attendibilità dei rilievi e quindi procedere all’analisi delle prove.

Fino a qui la cronaca. Risale a ieri un’altra notizia che riguarda le bocciature: secondo uno studio dell’OCSE, bocciare un alto numero di alunni rappresenta un danno economico per lo Stato e non serve a nulla se non ad incrementare il disagio dei ragazzi con meno mezzi culturali ed economici, senza peraltro produrre in loro un miglioramento dei risultati.

Considerando che il Miur spende tra 7 e 8mila euro l’anno ad iscritto, è evidente che più anni uno studente passa a scuola e maggiore è la spesa che lo Stato deve affrontare.
Nel rapporto finale di questa ricerca, l’OCSE spiega che nei Paesi in cui un maggior numero di studenti ripete gli anni scolastici la performance globale tende ad essere inferiore, e il background sociale ha un impatto maggiore sui risultati di apprendimento che in Paesi in cui meno studenti ripetono.

Quale, dunque, la soluzione? Promuoviamo tutti? Io capisco che ci sia la crisi e che sia necessario risparmiare, ma non credo che la soluzione migliore sia quella di mandare avanti chi non se lo merita e, soprattutto, non ha una preparazione adeguata per progredire negli studi. Al limite si potrebbe procedere ad un’eventuale “bocciatura biennale”, come aveva ipotizzato il ministro Moratti, almeno nella scuola dell’obbligo (elementari, medie e biennio superiore): dare due anni di tempo all’allievo per superare le lacune. Ma anche in questo caso ci sarebbero dei costi da sostenere, a meno che non si voglia abbandonare l’allievo al suo destino. La soluzione, infatti, sarebbe quella di affidare gli allievi in difficoltà ad una sorta di tutor, un docente che potrebbe essere scelto fra i soprannumerari che i “tagli” e i nuovi ordinamenti degli istituti di istruzione secondaria “sfornano” ogni anno. Se è vero che la Finlandia è al primo posto in Europa per la qualità della scuola (diciamo “se”, visto che dai soli risultati delle prove OCSE-PISA non si direbbe), quel modello potrebbe essere importato da noi. Pare, infatti, che la chiave del successo del sistema scolastico finlandese sia quella del tutor, insegnante di supporto, specialista formato attraverso dei training postuniversitari che segue i ragazzi più fragili, svogliati o meno dotati. (per maggiori informazioni CLICCA QUI).

Comunque la si voglia affrontare, la questione è che l’istruzione non può migliorare senza adeguati finanziamenti. Se l’OCSE è dell’idea che bocciare implichi dei costi difficili da sostenere, la scuola italiana potrà anche limitare il numero delle bocciature ma di certo non verrà incontro alle esigenze degli studenti.
E poi, lo slogan della Gelmini non è “la scuola della severità e del rigore”? Certo, forse sarebbe meglio che si consultasse con il ministro dell’economia, anche se abbiamo già sperimentato le conseguenze dell’accordo tra i due.

[fonti: La Nuova Sardegna e Tuttoscuola.com; immagine by Leggo.it]

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Da piccola preferivo parlare ... oggi mi piace scrivere

Pubblicato il 28 luglio 2011, in scuola, studenti, Valutazione studenti con tag , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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