DDL STABILITÀ E SCUOLA: STOP ALL’AUMENTO DELL’ORARIO DI CATTEDRA PER I DOCENTI

Prime indiscrezioni sulla discussione riguardo agli emendamenti al ddl Stabilità (ex Finanziaria). La riunione è ancora in corso ma pare che siano stati trovati i fondi per coprire l’importo stabilito per la scuola, nell’ambito della Spending Review, scongiurando l’aumento delle ore di cattedra, da 18 a 24 ore, per gli insegnanti della scuole secondarie di I e II grado.

L’ARTICOLO VERRÀ AGGIORNATO AL PIÙ PRESTO IN ATTESA DI NOTIZIE PIÙ DETTAGLIATE. Per il momento invito alla lettura de Il Corriere e Il Messaggero.

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Da piccola preferivo parlare ... oggi mi piace scrivere

Pubblicato il 11 novembre 2012, in docenti, MIUR, scuola con tag , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 7 commenti.

  1. Speriamo che sia vero, e stavolta parlo per egoismo, perché a scuola di mia figlia hanno bloccato il POF, non svolgeranno nessuna attività extra e di supporto se dovesse essere confermato l’aumento delle ore di cattedra.

    Io sono dalla parte degli insegnanti, però vi pare che giusto che l’unica rivalsa che riescono a fare è penalizzare gli studenti?

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    • Ogni protesta deve creare un disagio, altrimenti nessuno si preoccuperebbe dei problemi delle varie categorie. Le forme di protesta sono state tante e diversificate. da noi non abbiamo sospeso gli sportelli ma abbiamo deciso di dimetterci da tutti gli incarichi extra. Il che significa, darsi la zappa sui piedi, come si suol dire, visto che le attività aggiuntive sono pagate con il Fis (fondo di istituto). Quanto ai recuperi, c’è una concreta possibilità che non arrivino i soldi e che non si possano proprio fare, indipendentemente dal ddl stabilità. Di solito i fondi sono almeno annunciati e quantificati a settembre. Siamo a novembre e tutto tace … 😦

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      • Ma se il disagio è penalizzare gli studenti, i nostri governanti possono benissimo infischiarsene. Il disagio lo deve creare a loro, metti per esempio una bella interruzione di pubblico servizio con pioggia di denunce nei confronti della scuola.

        Certo, anche voi rischiereste delle conseguenze, ma la lotta avrebbe un senso e un peso. Insomma, mia madre mi raccontava la storiella del capufficio che si sfogava col dipendente, il dipendente tornava a casa e se la riprendeva con la moglie, lei a sua volta sgridava il figlio, questi si sfogava con il fratello più piccolo e così via, fino al fratellino più piccolo che non poteva far altro che dare un calcio al gatto.

        Ecco, qui mi sembra che stiamo dando un calcio al gatto, ferme restando le sacrosante ragioni della vostra protesta.

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      • Come ha fatto ben notare Ester, e per quanto brutto possa sembrare, per noi gli studenti rappresentano l’utenza, offriamo loro un servizio. Se vogliamo causare un disagio, con la protesta, facciamo esattamente come i piloti che fanno fermare gli aerei e i macchinisti che fanno fermare i treni. Il disagio, infatti, deve essere provocato nei confronti dell’utenza.

        L’interruzione di pubblico servizio sarebbe uno sciopero ad oltranza che, vista la situazione, è da evitare e comporterebbe un assottigliamento del già magro stipendio.

        Mi dispiace per il gatto ma dovrà subire l’ennesimo calcio. Se ci fosse più apertura nei nostri confronti da parte del ministero e se ascoltassero maggiormente la nostra voce, il gatto se ne starebbe tranquillo nella sua cuccia.

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      • Che devo dirti Marisa, non sono troppo d’accordo, non si può riprendersela coi più deboli perché è più comodo che non rimetterci di tasca propria.

        So che sto parlando dal di fuori, quindi non giudico, ma dal di dentro sull’altro fronte, quello degli studenti, mi sembra solo l’eterna storia del pesce più grande che mangia quello più piccolo: in questo momento gli studenti sono, ahimé, il plancton.

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  2. Purtroppo sì, cara Diemme. Gli studenti sono i nostri fruitori, come dicono da anni i governanti. Infatti non colgono la specificità del lavoro dell’insegnante, in cui la componente relazionale-educativa-culturale-civica-etica è fondamentale ma difficilmente misurabile da un mero punto di vista economico. E’ come coltivare una vite: solo la generazione successiva godrà appieno dei grappoli.
    A presto. Es.
    Ps: cara Marisa, chissà come andrà a finire. L’impressione è che presto riprendano tale succosa possibilità. Un abbraccio, Ester.

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    • Credo che il dietro front sia stato determinato da una precisa strategia politica. Prima delle elezioni sarebbe stato davvero una mossa poco felice. Sul dopo, stiamo a vedere …

      Un abbraccio anche a te e buona notte.

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